Running

Running: il “fartlek”

Può capitare che la voglia di correre venga un po' meno; cosa si può fare?

Bentornati nella nostra rubrica dedicata al running!

Le varie tabelle proposte dovrebbero essere state ampiamente completate; inoltre, abbiamo snocciolato numerosi consigli e altrettanti accorgimenti tecnici e di abbigliamento. Come spesso accade in questo periodo, a causa soprattutto del caldo e dell’umidità, può capitare che la voglia di correre venga un po’ meno; cosa si può fare, quindi, per non perdere grinta negli allenamenti?

Può dirsi ampiamente assodato che variare il ritmo durante la corsa possa rendere più divertente il momento faticoso; in tal senso, esiste un allenamento che mira esattamente a questo scopo: si chiama “fartlek”. Il termine “fartlek” (che in svedese significa “gioco di velocità”) fu coniato da Gosta Holmer, allenatore della nazionale svedese di cross country negli anni ’30. Con questo termine, egli definiva un metodo di allenamento che combinava prestazioni di diversa intensità all’interno della stessa sessione; esso era basato esclusivamente sulla sensazione individuale, solitamente durante lo svolgimento di percorsi differenti e naturali, e il cambio di intensità era determinato dai cambi di pendenza (salite e discese).

L’essenza del fartlek risiede nell’autogestione, perché è il runner che deve decidere quando aumentare il ritmo, a che andatura percorrere la fase veloce del lavoro, per quanto tempo mantenerla, quanto a lungo deve durare la corsa di recupero. In poche parole, ciascuno deve conoscere ed ascoltare il runner che è dentro di sé. Fartlek dopo fartlek, non sarà difficile per ciascuno trovare il proprio ritmo. Per i principianti, il consiglio più spassionato è di prendere questo metodo come un gioco, cioè con lo stesso spirito con cui è nato, e di praticarlo esclusivamente a sensazione.

I benefici apportati dal fartlek sono molteplici:
1 – migliora la potenza aerobica;
2 – riduce la frequenza cardiaca e respiratoria a riposo;
3 – riduce il rischio di infortuni;
4 – rende l’allenamento più vario e divertente;
5 – è ottimo per imparare ad ascoltarsi e gestire lo sforzo.
Il metodo di applicazione più efficace non può non tenere conto del livello di un principiante e quindi della sua ancora scarsa familiarità con i cambi di intensità; quindi:

1 – l’approccio a questo tipo di allenamento deve essere fondato sul gioco, così come avveniva alle sue origini;
2 – è necessario inserire tratti ad alta intensità, seguiti da tratti di recupero compiuti con camminata o corsa lenta;
3 – non bisogna abusarne; almeno per i primi tempi, è preferibile metterlo in pratica non più di una volta alla settimana, senza trascurare il giusto recupero, come già suggerito in articoli precedenti.

Si può iniziare, quindi; ma, prima di tutto, via gli auricolari, così da ascoltare al meglio il proprio corpo.

Non mi resta quindi che salutarvi e augurarvi come sempre buone corse. Per consigli, informazioni o altro, non abbiate esitazione a scrivermi.

Antonio De Vito

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Antonio Marino

Cinquantunenne ma con lo spirito da eterno ragazzo. Adoro la compagnia degli amici con la 'A' maiuscola, la buona tavola e le buone birre. Appassionato di politica ma quella con la 'P' maiuscola, sposato più che felicemente. Difetti: sono pignolo. Pregi: sono pignolo
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