Voce alla birra

VOCE ALLA BIRRA. Arrivano le birre di Natale! La Affligem Noël: la sua storia

Corposità e ragguardevole grado alcolico che si attesta a 9°

Care Amiche e cari Amici de La Voce e della birra, dato il periodo, è giusto cominciare ad occuparci di birre che si configurano in atmosfere di festività. Avrete certamente capito che le festività alle quali alludo sono quelle natalizie. Questo speciale momento dell’anno merita di essere accompagnato da birre altrettanto speciali, denominate per l’appunto, “natalizie” perché realizzate appositamente per il periodo. Avremo modo di conoscerne qualcuna da vicino, in un cammino che comincia oggi.

La prima birra natalizia della quale voglio narrarvi è l’Affligem Noël. Mi sembra giusto però, ancor prima di entrare nel merito, darvi qualche informazione sul birrificio Affligem e la sua storia.

Siamo in Belgio nella seconda metà del XI Secolo. Nella provincia del Brabante Fiammingo, a circa venti chilometri da Bruxelles giunge un gruppo di cavalieri, uomini d’armi ormai stanchi di combattere e alla ricerca della pace per il corpo e per lo spirito. E’ qui che questi uomini abbandonano le loro armature per indossare il saio dei monaci benedettini e fondare così l’Abbazia di Affligem. La vita per l’Abbazia e per i monaci non fu semplice. Erano anni difficili ed anche i secoli successivi non sarebbero stati da meno, segnati da guerre, malattie epidemiche, rivoluzioni (non ultima per importanza quella Francese). Questi eventi negativi costrinsero i monaci ad abbandonare più volte l’Abbazia, per farvi ritorno ad acque più calme. Nonostante le avversità, i bravi benedettini riuscirono nel loro intento di avviare una produzione di birra che fu capace di attraversare il corso dei secoli ed arrivare ai giorni nostri, ancora apprezzata nella sua gamma di realizzazioni. Nel 1970, la svolta: dopo una trattativa che possiamo immaginare come più che serrata, il birrificio Op-Ale di Opwijk ottenne dall’Abbazia l’autorizzazione a produrre birra a suo nome, tant’è che da Op-Ale divenne ufficialmente Affligem. Ai nuovi entrati venne imposta una sola condizione: mai avrebbero dovuto apportare modifiche alla ricetta originale e secolare della birra Affligem, una ricetta nota col nome di Formula Antiqua Renovata. Si arriva così al maggio del 2010, quando Heineken acquisisce il marchio Affligem e così, per molti versi, la produzione intesa come tradizionale va a morire. Questo però non mette l’emblematica pietra tombale sulla birra Affligem che continua a mantenere il suo fascino, ridendosela del tempo che intanto è passato.

Oggi, Affligem propone agli estimatori di birra una vasta scelta di produzioni che desidero elencarvi velocemente: l’Affligem Blond, la Affligem Dubbel, la Affligem Tripel. Queste sono le tre principali alle quali si aggiungono quelle più rare, sia per motivi legati alla distribuzione che per il fatto di essere prodotte solo in alcuni momenti dell’anno. Appartengono a questo gruppo la Affligem Patersvat, la Affligem Cuvée 950 ed infine, la Affligem Noël.

Innanzitutto occorre premettere che tutte le produzioni Affligem hanno per denominatori comuni l’alta fermentazione e la rifermentazione in bottiglia ed il fatto che nel corso dell’imbottigliamento vengono aggiunti zuccheri e lieviti che donano loro l’opportuna vivacità e ne connotano le varie gradazioni alcoliche. Non trascurabile conseguenza di questo processo, l’esaltazione degli aromi e dei sapori.

Ciò detto, entriamo meglio nel mondo della Affligem Noël. Si tratta di una birra che tiene fede alla tradizione di ogni birra di Natale. A farla da padrone, sono la sua corposità ed il ragguardevole grado alcolico che si attesta a 9°. Al colore si presenta bruna con riflessi rubino ed un’analisi olfattiva la descrive ricca di frutta e luppoli. Per quanto riguarda il suo sapore, la Noël non lascia interdetti per eccesso di amarezza, mitigata da note dolci e maltate. La sua chiusura lascia al palato l’inconfondibile sapore di luppolo, sebben in maniera lieve. A questo punto, non resta che assaggiarla!

La prossima settimana andremo a scoprire un’altra “natalizia” che, com’è giusto sia, deve essere una sorpresa.

A presto e… Salute!

Antonio Marino

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