Nei precedenti articoli vi abbiamo parlato delle materie prime che vanno a costituire la birra e dei sistemi di produzione di questa bevanda. Oggi tratteremo delle tipologie di fermentazione. Esistono quattro differenti metodi di fermentazione che danno vita a differenti tipologie di birra.
La differenza tra un metodo e l’altro è data dal tipo di lievito utilizzato e dalla temperatura a cui avviene la fermentazione.
Molti microbirrifici utilizzano la rifermentazione in bottiglia a garanzia della qualità del prodotto.
FERMENTAZIONE SPONTANEA
La fermentazione spontanea avviene, durante il raffreddamento del mosto, in tini aperti utilizzando esclusivamente lieviti selvatici per poi continuare la fermentazione in botti di rovere chiusi dove la birra maturerà per diversi mesi ad una temperatura di cantina inferiore a 15°C.
ALTA FERMENTAZIONE
La fermentazione alta avviene utilizzando lieviti che agiscono temperature comprese dai 15 ai 25°C. Di questa categoria fanno parte tutte le birre ‘ale’.
FERMENTAZIONE MISTA
La fermentazione mista avviene utilizzando sia lieviti di alta, sia (se pur in piccola quantità) di lieviti “selvatici” che agiscono a temperature comprese dai 15 ai 25°C. Di questa categoria fanno parte tutte le birre maturate in botti.
BASSA FERMENTAZIONE
La fermentazione bassa avviene utilizzando lieviti che agiscono a temperature comprese tra i 7 e i 15°C. Di questa categoria fanno parte tutte le ‘lager’.
LA RIFERMENTAZIONE
In bottiglia o nel fusto avviene per le birre alcoliche aggiungendo altro mosto e altro lievito durante il riempimento. L’obiettivo, attraverso la rifermentazione, è rendere il prodotto più frizzante per neutralizzare il dolce dell’alcol, ripristinando il tenore dissetante.
Nel prossimo articolo metteremo a confronto le calorie della birra a confronto con altre bevande alcoliche. Un altro fondamentale aspetto del consumo di questo prodotto.
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