Care amiche e cari amici de La Voce, siamo giunti al termine della nostra degustazione di Irish irlandesi. Abbiamo conosciuto due delle tre specialità birrarie locali. Impossibile concludere senza aver bevuto e compreso l’ultima del trio. San Patrizio lo abbiamo festeggiando bevendo Irish Stout; abbiamo intervallato con Irish Red Ale ed ora è arrivato il momento della Irish Extra Stout.
Per molti versi, la Irish Extra Stout si può intenderla come “figlia” della Irish Stout e “nipotina” della Irish Red Ale: è nata dopo, è più corposa e lascia al palato un gusto amaro superiore a quello della sua illustre genitrice. Metterle a confronto verrà più che naturale. Ma andiamo a scoprirla da vicino, con tutte le sue caratteristiche.
IRISH EXTRA STOUT
Fermentazione: alta
Classificazione legale: normale
Classificazione commerciale: specialità
Storia: Inizi Ottocento – Prodotta nel 182 da Arthur Guinness come birra più corposa e con un amaro più profondo, dovuto alla maggiore tostatura, in ricordo delle sue originali Porter.
Ingredienti: acqua con durezza media; malti chiari e molto tostati; fiocchi di orzo non maltati per esaltare la cremosità; luppoli inglesi.
Note: l’amaro è dovuto alla elevata tostatura del malto.
Aspetto: nero. Schiuma cremosa e persistente.
Area olfattiva prevalente: aromi tostati al caffè; note di cioccolato fondente.
Area gustativa prevalente: bilanciata tra cremosità e torrefatto con note di caffè. Chiusura secca.
Grado alcolico: da 5,5 a 6,5
Temperatura di servizio: 8° C
Il nostro giro del mondo birrario irlandese continua. La prossima settimana diventeremo tutti potenti sovrani, deliziandoci con l’ultima delle specialità d’Irlanda. Non voglio aggiungere altro, se non l’invito a seguirmi e come penso e spero, non rimarrete delusi.
A presto e… salute!
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