Le donne sono vento

LE DONNE SONO VENTO. Rina Palestrini

Maestra d’arte

Incontro Jacopo Colombo, responsabile del Museo Civico di Oleggio, per parlare di Rina Palestrini, cittadina oleggese a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, personaggio di spicco non solo nella sua comunità. Ha raccolto molto materiale sulla sua vita e sull’influenza che ebbe su molte persone. In realtà Jacopo mi inonderà di materiale, dove scopro una donna davvero eccezionale e mi trovo a condividerne l’entusiasmo per la Palestrini, persona di inesauribile energia, eclettica e destinata alla passione per l’arte.

Caterina Palestrini nacque a Oleggio, provincia di Novara, nel 1899 da famiglia benestante e benefattrice per la città. Svolse la professione di insegnante dopo aver conseguito il diploma magistrale. Fin dalla giovane età coltivò la sua passione per lo studio del disegno e della pittura, che la porterà a Milano, a esporre sue opere d’arte a Novara e Roma. Nella sua vita ruotarono come satelliti figure di spicco, docenti dell’Accademia di Brera come Palanti, artisti di alta taratura come Arada, Bosso, Gazzone, Vanzaghi Bruni (con il quale istituirà una forte amicizia artistica) per citarne alcuni e amici che influenzarono il corso degli eventi.

Lo scrittore Enzio Julitta, politico, commediografo, uomo di scienza morto prematuramente, fu uno di essi. Scriveva di lei: “… con la sua ”Natura Morta” dimostra come in lei autodidatta il cui valore speriamo vedere presto illuminato, la luce sia conseguenza d’intuizione e osservazione lenta…Ma le sue son opere di coscienza e osservazione lodevole” (Julitta E., “Natura e figura, alla mostra d’arte di Novara”, in La provincia di Novara”, 1 ottobre 1926). Sarà proprio un ritratto dell’amico che esporrà a Roma presso Palazzo Lateranense. Nel “Ritratto di Alessandra Julitta” e nell’opera “Madonna” la cura e la realizzazione li avvicina molto alle influenze artistiche dell’epoca, si leggono richiami e rimandi alle correnti artistiche del realismo. Julitta colse un’attenta analisi dell’animo nelle sue opere, i suoi bozzetti e i suoi ritratti eseguiti a carboncino, a grafite, a sanguigna fanno emergere quel tecnicismo accademico utilizzato per le ombre e per le luci. Piccoli tocchi sapienti e piccoli tratti portano in luce elementi caratteriali dei soggetti.

Pochi hanno già sentito parlare dell’influenza che la Palestrini esercitò su Dario Fo, che abitò a Oleggio nella seconda metà degli anni Trenta, divenendo amica e balia dell’allora giovane Fo. I due trovarono grande intesa: eclettica e insegnante lei, estroso e artistico lui, Fo instaurò un interessante dialogo artistico con la maestra Rina, di lui ci sono al Museo i ritratti che ella gli fece nelle giornate passate insieme e di lui alcuni schizzi e disegni da giovane artista.

La Palestrini si adoperò per molte altre imprese, oltre alla formazione di giovani con varie attività di sensibilizzazione sia a livello culturale che scolastico, tanto che da molti fu definita una guida, tra le quali anche di restauro di monumenti. La sua passione per la storia la portò a proseguire l’intento e l’eredità culturale di Julitta fondando la Biblioteca Civica a Oleggio nel 1965, quando un primo tentativo nel 1940 fallì a causa del periodo storico poco felice.

Nella relazione “La nascita della nuova Biblioteca e del Museo Civico 1961-1965. Primi anni di vita” si legge che quando Enzio Julitta aveva già iniziato la raccolta di oggetti e di cose che riguardavano la vita, le attività casalinghe, rurali ed artigianali della vecchia Oleggio. Dopo la morte di Julitta tutto questo materiale passò a Rina Palestrini la quale donò i primi dieci oggetti al futuro museo che costituiranno l’inizio di quello che oggi è l’immenso patrimonio documentario del Museo Civico. Durante i suoi anni di attività donò anche alcune testimonianze della città storica, tra cui il rarissimo libretto del Teatro Verdi di Oleggio dell’Opera Norma, scritta da Vincenzo Bellini proprio ad Oleggio, presso il Reale Istituto Balneo Sanitario Paganini.

Nel 1968 venne insignita, per volontà dell’allora On. Oscar Luigi Scalfaro, all’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica.

Patrizia Massi

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Patrizia Massi

Il più grande destino è quello di imparare molte cose
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