Amore

Rifiutata dal partner: e se per lui fossi “troppo” anziche’ “troppo poco”?

Affrontare il dolore salvaguardando dignità ed autostima

Carissimi Amici, carissime Amiche, spesso mi pervengono messaggi di  Donne che lamentano di essere trascurate e rifiutate in malo modo  dagli uomini che hanno al loro fianco. E’ una sgradevole percezione che immediatamente trascina la malcapitata nello sconforto, motivato dal pensare che, a generare il rifiuto  – reale o percepito – da parte di “lui”, sia il suo “essere troppo poco”.Ma siete davvero sicure che il rifiuto sia sempre generato da motivi riconducibili a vostre  caratteristiche da lui considerate negative? Avete mai pensato che paradossalmente potrebbe essere il vostro “essere troppo” a creare nell’altro la mortificante sensazione di inadeguatezza nei vostri confronti?

E’ tipico del maschio rozzo, insicuro e mediocre, allontanare con sufficienza  – quando non addirittura con scherno – una donna che considera ad un livello socioeconomico e/o culturale superiore al suo.Un Uomo– e basta l’accezione a definirlo tale – apprezzaancor più se stesso traendo gratificazione dall’essere accanto ad una donna che egli considera “impegnativa” e sarà motivato dall’ esserne costantemente all’altezza. Tuttavia non è escludibile anche in lui qualche raro segno di disagio, manifestato con un comportamento magari un po’ respingente, ma sempre educato.

Certamente capita anche ad un Uomo di voler lasciare la sua Donna, ma lo fa con rispettoe a lei non resta che accettare il dolore del rifiuto, con classe e senza opposizionealcuna, ma saldamente ancorata al pensiero che, pur essendo entrambi “egregi”,  non erano – reciprocamente – le cosiddette “persone giuste”. Nessuno ha il potere di minare il nostro livello di autostima se non noi…

A volte succede di rifiutare non tanto “lei” o “lui” come persone, ma la situazione ad essi correlata, vedi stato sociale, stato civile, figli nati da precedenti relazioni, ecc.

Per schema mentale, associamo al rifiuto l’onta della sgradevolezza, tanto da cedere al  rifiutatore il potere di indebolire la nostra sicurezza. Tuttavia, come ho detto, si tratta di uno schema mentalee, come tale, abbiamo la possibilità di sostituirlo, attraverso la riflessione indotta dall’osservazione di colui che  respinge, dai suoi motivi, dall’autocritica  e dal controllo dei nostri pensieri.

 “Non gli piaccio più, non mi ama o forse non mi ha mai amata, si defila se gli chiedo di  uscire o m’invita in ambienti poco eleganti, neppure mi cammina a fianco, non mi presenta come la sua compagna, non risponde alle mie telefonate, mi riserva solo  laconici messaggi,  è in chat con altri (altre!) ma a me dice di essere stanco, avere sonno  e chiude la chat prima che io possa replicare, ecc.”queste sono le rimostranze più gettonate.La mia posta è talmente invasa da pochezze perpetrate nei confronti delle Amiche scriventiche superano ogni mia fantasia!

Mi chiedo, anzi, vi chiedo, parlarne direttamente con lui, no?Già, dimenticavo… se è un Uomo non si pone il problema perché vi riserva spontaneamente la sua attenzione, ma se è solo un maschio, tenderà ad evitare l’argomento, liquidandovi con una scusa– “sono stanco, vado a letto” è la più inattaccabile –  per continuare a dedicarsi ad interessi e  persone al suo livello – alla sua bassezza– tipo postare messaggi  infantili e rozzi – degnamente commentati – sul suo social preferito.

Domanda di riserva: siete sicure di volervi abbassare alla frequentazione di questo genere di persona?Ognuno di noi è trattato per come permette agli altri di trattarlo…  In ogni caso, se – per chissà quale motivo tenessi ad un rapporto del genere – personalmente un tentativo chiarificatore lo farei.Comprendere e far comprendere pensieri e posizioni in un rapporto, lo considero – sempre e comunque – un comportamento intelligente che, a prescindere dall’altro, riterrei di dovere a me stessa,   non fosse altro che per andarmene senza alcun rimpianto.

Invece, alla mia domanda – ne hai parlato con lui? – mi rispondente che avete provato, ma senza successo e  ribadendo le vostre rimostranze, ma…  immediatamente seguite da giustificazioni in suffragio di “lui”.In realtà altro non sono che inefficaci anestetici, autosomministrati nel tentativo di soccombere alla drastica decisioneper porre fine alla spiacevole condizione. “Sì, in effetti è stanco, lavora molto, guadagna poco,  forse sono io un po’ troppo esigente, in fondo ogni mattina mi manda il messaggio del buongiorno, se gli fossi indifferente non lo farebbe, ecc.”. Insomma un reale processo in cui “lei” recita contemporaneamente i ruoli di accusa e difesa “dell’imputato”. Mah… forse è proprio vero che…

…“Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.” Blaise Pascal

Per tutta risposta, mi sovviene una frase, tratta da una commedia americana del 2009 nonché dal libro derivato, dal titolo  “Non gli piaci abbastanza”, ovvero “se un uomo si comporta come se non gliene importasse nulla di te, vuol dire che non gliene importa nulla”, seguita da “un uomo sa come si usa un telefono e se non chiama è perché non vuole chiamare” e, ancora, “questa è la verità, tutto il resto sono solo pippe mentali da donne”.

Da donna, concordo…  ma solo in parte…

Credo possano essere molti i fattori concausa di comportamenti inappropriati – peraltro, mancanza di rispetto esclusa, alcuni risolvibili con amorevolezza –e, per questo,  considero opportuna la scelta del dialogo e della comprensione prima della “sentenza”.Ma, sia ben chiaro, che il mio suggerimento è assai limitato nel tempo: comprendere non vuol dire subire! La malafede del maschio– adesso che lei sa che mi comporto così perché sono caduto dal seggiolone e la mamma mi ha dato uno sculaccione, posso fare quello che voglio,  tanto lei mi accetta lo stesso”- è spesso constatabile.

Riassumendo e concludendo, vi esorto a considerare che  poiché, democraticamente,  un rifiuto  – appalesato o pietosamente celato –  capita anche alle belle/intelligenti/colte/in carriera/ricche, ecc., forse è il caso di considerare che ben più sovente di quanto pensiamo –angosciate dalla ridondante domanda “perché?” – la risposta consista nell’essere “troppo”.E, a prescindere da quanto dichiarino, siano loro – gli uomini, anzi i maschi – a non sentirsi all’altezza della donna e – poveri inetti – non resta loro che manifestare alla “lei”, dapprima tanto bramata, indifferenza e rifiuto nell’intento di umiliarla.

Capita che proprio quella stessa donna di classe, che tanto ammirano, quando da lei degnati, li faccia cadere nel panico, portando in luce tutti i loro  problemi e limiti  riconducibili all’insicurezza ed alla paura di essere ridicolmente “usati e scaricati”.  Ecco che, anziché manifestare gioia ed attenzioni a “lei”, scelgono l’arroganza– amica strettissima dell’ignoranza – per trasmetterle un messaggio di sufficienzao addirittura neppure quello; semplicemente spariscono per paura di subire il sortilegio che li faccia sparire, una volta messi a nudo… in tutti i sensi.

Ho più volte detto che elemosinando attenzioni a “lui”,altro non è ottenibile  che lamortificazione di se stesse, rafforzando la prosopopea tipica del maschio grezzo. Per inciso, un Uomo intelligente ed educato resta – o meno –  con una donna, ma non ricorre a mezzucci ricchi solo di squallore nell’intento di allontanarla.

Tornando un’ultima volta al maschio grezzo, dopo aver tentato – senza successo – la via del dialogo, non è importante tentare di interpretare il di “lui” comportamento, tuttavia è indispensabile chiedersi perché – ostinate proiezioni mentali a parte – lo si vuole accanto. Soventemente è la mancanza di autostima derivante da una perversa forma di autocritica che proietta sulla propria figura tutti i difetti immaginabili, sino a creare l’idea “valgo così poco che mi devo accontentare o restare sola”.Ho citato la necessità di autocritica obiettiva… non scioccamente devastante!Tutte/i  possediamo difetti e virtù.

Imperdonabili sciatteria, maleducazione, imposizione della propria presenza, e questo vale per entrambi i sessi, ma a prescindere dalle nostre caratteristiche personali, tutti noi, in quanto esseri umani, abbiamo – per riconoscimento Universale – diritto all’ amore, tuttavia non ad esigerlo da alcuno.

Un abbraccio!

Daniela Cavallini

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